Storie di calze..e non solo… intervista alla bondageuse Red Lily
Lei si chiama Beatrice, in arte Red Lily. Bondageuse di professione.
Un lavoro originale..una passione intensa, che si esprime in un’arte antica capace di dare emozioni intense, espressioni cariche di eros e immagini in equilibrio tra costrizione e dinamismo. Autrice di un libro sulla realtà italiana del bondage.
Anche lei ospite del blog Calzediseta, perché come molte artiste performer l’outfit giusto è d’obbligo e tra i suoi accessori preferiti ci sono le calze: soprattutto quelle da reggicalze. La cosa che più mi ha colpito di lei è il suo tatuaggio: due righe verticali dietro le gambe, proprio come indossare sempre delle calze con la riga. Un po’ come si faceva negli anni della guerra, ci si disegnava la riga sulle gambe per far credere di indossare le calze… nel suo caso Beatrice le calze se l’è tatuate addosso.
Ho conosciuto Red Lily per caso, mettendo insieme qualche apparizione in tv, nella trasmissione La Maleducaxxion, attraverso i social e in particolar modo parlando di calze, confrontandoci, dando consigli. L’ho vista esibirsi e ne sono rimasta affascinata: intensa, empatica, emozionante, vibrante tra le sue corde e le sue modelle, alla ricerca della forma perfetta.
Ma torniamo alle calze, o meglio iniziamo da qui la nostra chiacchierata.
Perché questo tatuaggio, così originale e direi anche così coraggioso?
Ho scoperto alcuni anni fa la passione per calze e scarpe. Nello specifico, le calze con la riga, le cubane soprattutto, sono un segno distintivo del mio look da sera, difficilmente mancano nelle serate speciali, soprattutto se accompagnate da un reggicalze un po’ retrò. Un giorno mi è passata dalla mente la folle idea di disegnare le righe delle calze sulla pelle, come si faceva nella prima metà del ‘900, ma in maniera permanente. E pochi mesi fa l’ho fatto.
Quanto sono importanti le calze per le tue performance e il tuo look.
Le calze sono estremamente importanti. Gambe e piedi sono sempre in bella vista e il mio look è sempre curato, lievemente anni ‘50 e preferibilmente sensuale. La cura per la scelta delle calze è quindi essenziale.
Quali sono le tue calze preferite e quelle che indossi solitamente per le tue esibizioni? Cubane, color naturale con riga nera, da reggicalze, 20 denari. Indiscutibilmente Ma non disdegno le nere con riga colorata o tono su tono. Ma sempre da reggicalze!
Le calze più strane che hai indossato…
Oh, decine. Amo le calze. Dalle colorate alle semplici. 10 o 120 denari. Anche se le mie preferite, soprattutto di giorno in inverno, sono le parigine, soprattutto se buffe e divertenti. Le più strane? Delle parigine con disegnato sopra un gatto che scivolava sul polpaccio lasciando i segni delle unghie come se avesse sfilato il collant.
Nel tuo ruolo di bondageuse e come donna come definisci l’accessorio calza?
Beh nel mio ruolo sono importanti ma non essenziali, ovviamente. Anche se lavorando spesso nell’ambiente fetish la calza giusta fa la differenza.
Come donna invece sono imprescindibili. Non uso pantaloni per scelta, la gonna con le calze mi fa sentire profondamente femminile.
L’ambiente in cui lavori è molto vicino al fetish quali sono gli accessori e i materiali che caratterizzano certi abbigliamenti?
Certamente latex e materiali plastici come il pvc, poi la pelle, ma anche la lycra. I materiali feticcio sono molti, ma difficilmente utilizzabili nella vita comune. Le calze di Lycra e nylon sono forse l’unico accessorio tipicamente fetish utilizzabile quotidianamente.
Come nasce la tua passione per il bondage e la capacità di trasformarlo in professione? Alcuni anni fa ero con delle amiche in un locale romano è ho visto uno spettacolo di MaestroBD, il rigger che è diventato prima mio maestro e adesso mio socio. Con lui un percorso che mi ha prima fatto scoprire il piacere di ricevere l’abbraccio delle corde addosso e poi la passione di legare, fino alla consapevolezza di essere portata, preparata tecnicamente ed emotivamente a vivere il bondage come amore e lavoro.
Come definiresti tu il bondage e come sei percepita in un ruolo forse nuovo nel nostro paese? Il mio bondage è ricerca artistica ed emotiva, il piacere sensuale non è l’unico scopo, anche se fa parte del gioco tra le corde. Essere rigger in Italia non è semplice, innanzi tutto perché il mio non è percepito come un lavoro ma come un hobby, la professionalità non è tenuta in considerazione e, per la gente comune, il rapporto tra quello che faccio e il sesso è più stretto di quanto non lo sia in realtà.
Il giudizio perbenista è quindi molto forte, ma io combatto sempre il perbenismo con il sorriso. E devo dire che funziona.
Possiamo dire che le corde sono il tuo strumento di espressione, di comunicazione? E cosa cerchi di trasmettere al tuo pubblico o ai modelli che collaborano con te? Le corde sono un media, un percorso di emozioni che parte dalle mie dita e arriva al corpo della persona che lego e, da quel corpo, arriva a chi guarda. Ogni legatura, ogni spettacolo, ogni persona trasmette emozioni differenti. L’eleganza, la cura e il desiderio sono la costante del mio lavoro, ma ogni volta è una scoperta nuova.
Prossimi programmi e appuntamenti per chi ti vuole conoscere meglio e seguire?
L’elenco sarebbe lungo, posso solo fare qualche esempio: Shibari night è la serata per gli amanti delle corde e si snoda in due appuntamenti mensili a Roma e Milano (Roma ultimo mercoledì del mese, Milano seconda domenica del mese), il Ritual è il più grande party fetish d’Italia e si svolge una volta al mese a Roma, la regina nera è un bel party BDSM nella zona di Bologna. E poi appuntamenti frequenti in giro per le altre città d’Italia e d’Europa, e per finire i corsi.
Per sapere dove siamo e rimanere in contatto: www.redlily.it e www.maestrobd.it
Grazie a Red Lily per la chiacchierata “diversa” e originale…e nell’attesa di andare ad ammirare qualche altra performance, Vi do appuntamento al prossimo post.
Madame G.