Storia delle parigine, le calze più seducenti di sempre.

Le parigine accompagnano le mise femminili dalla notte dei tempi – basti pensare a Maria Antonietta di Francia, che fu grande amante dei primissimi esemplari – sono le calze che oggi più che mai vengono scelte per completare abbinamenti casual dall’alto potenziale sensuale. Protagoniste a momenti alterni nel corso del tempo, dagli Anni 20 fino al dopoguerra, oggi presenti su molte passerelle. La loro storia è una rivincita di gambe seminude e di donne desiderose di maggiore libertà nel vestire.

Per chi non le conosce, ma dubito sia così, le parigine sono calze lunghe, coprenti, spesse che riparano la gamba dalla punta dei piedi fino a sopra il ginocchio. Sono la versione cittadina, più sexy e moderna dell’antico gambaletto con reggicalze.

 

 

 

 

Vediamo nel tempo cos’è successo veramente. Dopo la Prima Guerra Mondiale gli sport si aprono al mondo femminile, le donne si vestono con divise da tennis bianche candide, indossano calze alte fino al ginocchio e creano un look iconico. Spesse e dall’aspetto innocente, in colori basici, questo tipo di calze sportive incoraggiano le donne verso un nuovo modello. Si fanno sottili, intangibili ma coprenti al punto giusto, le calze a metà coscia arrivano così nel guardaroba femminile del tempo. Appaiono nei look delle donne degli anni Ventiche le portano quotidianamente, facendole diventare un trend, destinato a diventare un emblema di stile e libertà.

Verso la fine degli Anni 30 con l’arrivo del nylon, il materiale rivoluzionario e a basso costo in grado di raggiungere un numero altissimo di consumatrici, i gambaletti cominciano a essere un prodotto presente in massa tutti i guardaroba femminili. Le donne non si sentono più in difetto a mostrare le calze semitrasparenti e ornate da dettagli e ricami ed esibiscono fieramente questo nuovo simbolo di identità ritrovata.

Con il dopoguerra ci fu scarsa reperibilità del nylon usato massivamente nella produzione di paracaduti militari e le calze diventano un bene di lusso irraggiungibile. I loro sostituti furono i collant in bottiglia: tinte velate liquide da indossare su metà o tutta la gamba, quanto basta a dare parvenza di esserci ancora.

Arrivarono gli anni ’60 e  Twiggy fu una delle maggiori ispiratrici della moda delle parigine, indossate sotto minigonne e micro pantaloncini colorati – spinge le calze sopra il ginocchio verso nuovi stili. I colori accesi si fanno largo nel vasto oceano di tinte anonime, insieme alle fantasie geometriche. Nel 1967 invece nascono i collant come lo conosciamo oggi. Tutto a discapito del reggicalze, non più considerato elemento imprescindibile ma un ornamento. I nuovi collant, e le nuove parigine, si sostengono da sole, grazie a bande elastiche o fasce in silicone.

Ancora oggi, le parigine sono simbolo di stile e di femminilità assoluta, donano fascino e raccolgono gli sguardi curiosi. In equilibrio perfetto fra il collant e il calzettone, sono il capo irrinunciabile nel bouquet degli accessori femminili e per questo meritano, oggi come ieri, un posto speciale nel nostro guardaroba.

 

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *