Parliamo di calze oversize con il presidente Adici

Lo scorso mese sulle passerelle americane il marchio Bandelettes ha sfilato con i suoi modelli di calze e intimo per donne over size, tra le novità le bande anti sfregamento.  L’accoglienza mediatica della news è stata calorosa e la cosa ha destato curiosità e l’entusiasmo nel settore calze soprattutto in Italia.

L’argomento “calze curvy” è un tema che mi sta a cuore per diversi motivi, mi capita spesso di confrontarmi con amiche e lettrici dalle forme generose che si lamentano della poca disponibilità di prodotto adatto a loro. Questa volta , però, facendo leva sulla cronaca modaiola ho provato a confrontarmi con chi le calze le produce e ne vive ogni giorno il mercato. Si tratta di Alessandro Gallesi, presidente dell’Adici – associazione Distretto Calze e Intimo.

Il presidente Gallesi si è dimostrato molto disponibile a rispondere ai miei dubbi e ai quesiti posti su design e produzione di calze per “ciccione” – come si definiscono ironicamente le mie amiche – spiegandomi in dettaglio alcuni aspetti tecnici, che solo gli addetti ai lavori conoscono.

alessandr ogallesi

AG: C’è una premessa tecnologica da fare, che vale in parte come “giustificazione” per il discorso che stiamo affrontando. I collant sono prodotti da cilindri in tubi singoli che vengono poi cuciti a formare il collant. Questi cilindri arrivano nella stragrande maggioranza dei casi a 3,50 o 3,75 pollici di diametro per cui il tubo che ne esce è compatibile con la serie taglie “regolare” (dalla 1 alla 5) a livello di gamba e coscia. Se vogliamo aumentare il corpino  della taglia 5 si può ricorrere al tassellone o al doppio tassellone circolare. Oltre la taglia 5 con doppio tassellone circolare si parla di calze “oversize”, che hanno una serie di peculiarità’ produttive che non le rendono molto diffuse. Il problema produttivo non sussiste solo nel corpino, che è un problema risolvibile, ma soprattutto nell’ampiezza della gamba e della coscia. Per ottenere “espansioni” di taglia, infatti, bisogna ricorrere a cilindri dai 4 pollici in su, che non tutti i produttori hanno, anzi …
Va tenuto conto poi che quando nei collant i viene utilizzato l’elastano (lycra),  proprio per la natura di questo filato, le calze tengono a stringere quindi sulle taglie oversize c’è  una  limitata possibilità di espansione. In questo caso la soluzione è la ricerca di filati innovativi, cosa molto costosa e nella maggior parte dei casi i produttori preferiscono lavorare su grandi quantità standardizzate per ottimizzare i costi sia in termini di diametro dei cilindri che di filati utilizzati.

G: Altra domanda che mi sorge spontanea fare è come mai le calze oversize o calze curvy sono sempre calze classiche, solo nere coprenti (perché il nero sfina?) o color carne, mi chiedo se la fantasia in questo caso è morta o se i design sono prevenuti quando bisogna creare un modello di taglia XXXL .

AG: Le ho fatto una lunga premessa “tecnologica” perché il principale problema per la produzione di collant fashion oversize è appunto legato alla loro “fattibilità tecnica”.
Nella produzione di collant fashion spesso vengono utilizzati filati poco estensibili , come il lurex o il poliestere, che limitano la possibilità di arrivare a diametri molto elevati a livello di gamba e coscia. Inoltre c’è anche da considerare che l’intreccio della maglia dei collant moda è spesso limitativo rispetto alle caratteristiche richieste alle taglie “oversize”. Esistono sul mercato prodotti fashion di calzetteria oversize ma sono in larghissima parte disegni basici e poco elaborati. Non si tratta dunque di un problema di stylist prevenuti ma di fattibilità tecnica del prodotto  che per ora  non è stata adeguatamente approfondita.
oversize

G: Tornando sulla questione design, è vero che non è semplice trovare una fantasia che con una taglia XXL non trasformi pois in palloni giganti o microrete in rete da insaccato, ma c’è anche da dire che l’eccessiva semplicità viene vista come una scarsa valorizzazione della femminilità, di donne che hanno sicuramente bisogno di sentirsi valorizzate da questo punto di vista.

AG: Capisco la “frustrazione” delle donne che non trovano prodotti fashion che ne esaltino al femminilità al di là della taglia indossata. Penso che in Italia vi siano, oltre che il problema tecnologico e di economie di scala che le ho appena illustrato, delle componenti culturali rispetto alle forme del corpo che se non perfetto non deve essere esibito e un approccio verso la femminilità che limitano probabilmente ancora anche chi produce. Per fortuna l’e-commerce e il mondo digitale in genere consentono a tutti noi di far parte di una comunità più ampia e globale in cui certe barriere del pensiero sono scavalcate e demolite.

G: Esiste un mercato italiano di calze oversize e fuori standard? O i nostri negozi propongono marchi esteri?

AG: Sì un mercato esiste, seppur ancora ristretto. Sono , però, ottimista nel prevedere un ampliamento sia della domanda che dell’offerta di queste linee di prodotti. Già arrivano in Italia richieste dall’estero e le nostre aziende produttrici si stanno sempre più sensibilizzando alla questione. Pr quanto riguarda il retail, devo ammettere che non è facilissimo trovare nei negozi, che siano classiche mercerie o store dedicati, questo tipo di prodotto, la maggior parte dei brand al momento vende solo on line.

G: Quali sono le aziende italiane di riferimento ad oggi nel settore oversize?

AG: E’ un mercato molto più importante come giustamente ha evidenziato lei negli Usa e nel centro nord Europa ma anche nel nostro paese si sta affermando.  L’Italia vanta una fama importante per la produzione delle calze, sia per la qualità dei filati che per i modelli proposti. Sul versante oversize ci sono poche aziende, ma valide. Tra queste Calzitaly e  Curvyloveitalia  A fronte di una crescente domanda  i produttori sicuramente si impegneranno a sviluppare modalità’ produttive adeguate, anche se ho notato già da ora, ottimi risultati per quanto riguarda le calze classiche e meno rispetto al fashion.

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G: Vedremo mai in Italia una sfilata curvy o over size per calze e intimo? Nel settore penso ci sia tanta richiesta, ma manca forse il coraggio dell’azienda nel proporre sul mercato articoli e modalità di comunicazione capaci di rompere con gli standard soliti.

AG: Vedere sfilare in Italia modelle realmente curvy, non quindi le modelle taglia 44 o 46, credo che sia una cosa ancora difficile. Manca un brand forte e dedicato al settore che voglia puntare solo su questo. E c’è anche da aggiungere che in USA la questione è più fisiologica, ha una natura culturale più ampia e più radicata.

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